giovedì 26 febbraio 2009

panzani, basta la parola




Vado al supermercato - forse il posto migliore per comprendere le abitudini di un popolo - e trovo sugli scaffali la gloriosa pasta Panzani con la sua confezione appariscente.

Ed inevitabilmente ripenso all'analisi approfondita che Roland Barthes, buonanima, aveva fatto di una vecchia pubblicità e della sua buona efficacia.

Poi mi torna in mente l'Italia e penso alle possibilità di successo che il marchio potrebbe avere sul mercato nostrano.
E non è solo il fatto che provare a vendere la pasta agli italiani suona proibitivo almeno quanto vendere il ghiaccio agli eschimesi.

Se uno ci pensa su un attimo è pure vero che gli svizzeri sono stati in grado di inondarci di caffè, negli ultimi tempi.

A Panzani va riconosciuto il merito - o quantomeno il realismo - di non averci neppure provato. Mettiamola così, probabilmente il nome non impressionerebbe favorevolmente la fiducia dei consumatori. E i pregiudizi sono duri a morire.
Panzani, basta la parola.

domenica 8 febbraio 2009

(Scarlett Johansson + TV on the radio) : Tom Waits = This mortal coil : Tim Buckley?



Ieri ho approfittato dei 'saldi' in un negozio di dischi ed ho acquistato a 6 € il disco di Scarlett Johansson 'Anywhere I lay my head'.
Il prezzo non eccessivamente proibitivo mi ha fatto propendere per l'acquisto: all'inizio non ero molto convinto.

Non mi aspettavo un capolavoro ed effettivamente non si tratta di un capolavoro, ma direi che il disco passa tranqullamente la prova del primo ascolto.
Se non si conoscono il come, il cosa, il perché, se non si conoscono neppure le canzoni, il disco funziona abbastanza bene.

Se invece ci si rende conto di trovarsi davanti al primo (per quello che mi risulta) disco di una diva di hollywood, che interpreta dei classici di Tom Waits e con la produzione di David Andrew Sitek, leader dei TV on the radio, il risultato può non essere lo stesso.
Chiamateli pregiudizi.

Il punto è che si tratta di un progetto piuttosto ambizioso, per il quale Scarlett Johansson è stata chiamata a metterci la faccia - cosa che le riesce sempre benissimo - e la voce, un po' meno bene, ma neppure inascoltabile. E poi Tom Waits ha una voce che da sola è un genere musicale, ma non certo 'bella' in senso classico.

Tra le note di copertina il gioco è a carte scoperte: David Andrew Sitek ammette di avere come punto di riferimento i dischi (e le cover) di This mortal coil, formazione di punta dell'etichetta 4AD tra anni '80 e '90. E non è un caso che la 4AD sia l'etichetta che ha sotto contratto i TV on the radio. E non è neppure un caso che ad occuparsi del song order sequencing sia Ivo Watts-Russell, anima storica di 4AD, Cocteau Twins e This mortal coil.

Si tratta di un disco che segue una ricetta ben precisa, quasi una formula matematica. Ma non sempre la matematica funziona nella musica.
Se volete farvi un'idea vi do degli esempi.

Questa è la splendida 'Song to the siren' di Tim Buckley.

Discover Tim Buckley!


E questa è la stessa canzone nella versione di This mortal coil.


Questa è 'Anywhere I lay my head' nell'originale di Tom Waits.

Discover Tom Waits!


E questa la versione di Scarlett Johansson e compagnia.

Per come la vedo io è un disco che a tratti funziona, a tratti meno, ma che di spazio per la fantasia ne lascia poco. E poi David Andrew Sitek, con tutta la simpatia, incomincia ad essere un po' ripetitivo.