giovedì 26 febbraio 2009

panzani, basta la parola




Vado al supermercato - forse il posto migliore per comprendere le abitudini di un popolo - e trovo sugli scaffali la gloriosa pasta Panzani con la sua confezione appariscente.

Ed inevitabilmente ripenso all'analisi approfondita che Roland Barthes, buonanima, aveva fatto di una vecchia pubblicità e della sua buona efficacia.

Poi mi torna in mente l'Italia e penso alle possibilità di successo che il marchio potrebbe avere sul mercato nostrano.
E non è solo il fatto che provare a vendere la pasta agli italiani suona proibitivo almeno quanto vendere il ghiaccio agli eschimesi.

Se uno ci pensa su un attimo è pure vero che gli svizzeri sono stati in grado di inondarci di caffè, negli ultimi tempi.

A Panzani va riconosciuto il merito - o quantomeno il realismo - di non averci neppure provato. Mettiamola così, probabilmente il nome non impressionerebbe favorevolmente la fiducia dei consumatori. E i pregiudizi sono duri a morire.
Panzani, basta la parola.

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